La Dama delle Pari Contemporaneità

 

Progetto finanziato con #8xmillevaldese:

8xmille-chiesa-valdese

Il progetto consiste in un percorso laboratoriale con i ragazzi delle scuole superiori lucane, sostenuto con i fondi 8×1000 della Chiesa Valdese (Unione delle Chiese Valdesi e Metodiste).

L’idea è vincitrice del Premio Cecilia Salvia per favorire l’educazione al rispetto e alla solidarietà. Obiettivo del gioco è favorire la diffusione di una cultura di parità e di non discriminazione attraverso il cambiamento del punto di vista senza né vincitori né perdenti: la finalità è, infatti, mettere in gioco sé stessi per sperimentare con gli altri giocatori modi più giuste di stare insieme. Abbiamo scelto la modalità ludica come dimensione di apprendimento ideale per offrire ai partecipanti la possibilità di fare un’esperienza in cui essere protagonisti attivi della creazione di un nuovo codice al fine di comunicare, in modo efficace e divertente, l’importanza di prevenire comportamenti discriminatori tra i coetanei.

Il gioco prevede la costruzione di una damiera composta da tessere con fondo bianco e tessere con fondo nero. Le tessere comunicano i messaggi attraverso icone da creare con una tecnica di ritaglio della carta molto semplice ma di forte impatto visivo. Questa tecnica sfrutta i principi geometrici delle isometrie delle figure piane e le regole della percezione visiva che spiegano il contrasto fra figura e sfondo.
Sul retro delle tessere è previsto uno slogan che parli di pari opportunità, da assemblare ritagliando le parole dai giornali, leggendo così con più attenzione le informazioni che ogni giorno raccontano casi di discriminazione e violenza. Metà frase dello slogan è incollata su una tessera con fondo bianco e metà su una con fondo nero, così le “carte da gioco” saranno complementari a due a due.

COME CREARE LE FIGURE DELLA DAMIERA CON LE TECNICHE DELLA TRASLAZIONE E DEL RIBALTAMENTO

Pensa ad un’immagine o un simbolo che possa in qualche modo essere collegato con il tema delle pari opportunità. L’immagine che sceglierai dovrà essere semplice da decodificare e facile da ritagliare, tanto da avere un impatto comunicativo immediato simile a quello di un’icona, di un emoticon o dei cartelli stradali.

La figura sulla damiera può essere creata in due modi:

  • con la traslazione: disegna sul foglio nero una figura molto semplice e ritagliala senza rovinare la carta “di scarto”. In questo modo da una figura ne otterrai due, una nera ed una bianca, una vuota ed una piena, entrambe con lo stesso valore espressivo;
  • con il ribaltamento: disegna solo metà di una figura sul bordo del foglio nero e ritaglia. Ribaltando la metà ritagliata otterrai così due metà, una bianca e una nera, che messe insieme comporranno la figura intera.

Una volta che le tessere sono state costruite puoi creare nuove tessere per aumentare le opportunità di gioco, o puoi semplicemente giocare a Memory con le tessere che trovi, posizionandole a terra con la parte dello slogan visibile che ti aiuta a ricomporre la damiera ogni volta che scopri le due immagini “complementari”.

Ti invitiamo ad inventare inoltre nuovi modi per giocare con queste carte come pretesto per parlare di pari opportunità, magari immaginando storie dove le figure possono suggerire personaggi, scenari o situazioni.

Siamo certi che si scatenerà la creatività di tutti creando l’occasione per organizzare una mostra dove esporre le tessere e aprire un dibattito, illustrato dalle figure e animato dalle didascalie.

PERCHÈ ABBIAMO SCELTO I PRINCIPI DELLA GRAFICA PER GIOCARE CON LE PARI OPPORTUNITÁ

Positivo-negativo

Abbiamo utilizzato i principi della Gestalt* per scoprire l’importanza della complementarietà fra figure. Quando si progetta un’immagine bisogna prestare molta attenzione al rapporto figura/sfondo, cioè alla relazione che si stabilisce fra zone piene e zone vuote. Ogni elemento della composizione può assumere significato anche in base all’organizzazione dei suoi vuoti, in base ai rapporti cioè che stabilisce con lo spazio di fondo. Lo studio di alcuni esempi (la goccia di latte e la goccia di inchiostro nelle figure) porta l’attenzione a muoversi tra la figura e lo sfondo, dove ciascuna parte riveste esattamente la stessa efficacia visiva dell’altra: tra spazio positivo e spazio negativo, quindi tra figura nera e figura bianca, non c’è una differenza comunicativa fondamentale.

Allo stesso modo, l’alternanza di quadrati bianchi e neri su una damiera non determina nessuna predominanza dell’uno o dell’altro colore, piuttosto crea un armonioso equilibrio compositivo, uno spazio neutro sul quale può svolgersi il gioco in sé. Questo collegamento fra contrasto cromatico e pari opportunità può essere esplorato anche attraverso un altro principio, che appartiene alla geometria delle figure piane: il ribaltamento. Attraverso il ribaltamento, che è un’isometria geometrica, possiamo costruire immagini che si completano proprio grazie al contrasto fra figura e sfondo. In questo caso bianco e nero costruiscono le due metà di una figura simmetrica, diventano complementari: le due metà funzionano visivamente solo se sono insieme, sono cioè utili e necessarie l’una all’altra per veicolare il messaggio.

In questo percorso, in cui i principi della comunicazione visiva sono stati messi a servizio della sfera sociale, abbiamo lavorato, in definitiva, sul cambiamento del punto di vista come elemento costitutivo della parità sociale. Pensiamo, ad esempio, alle parole che usiamo tutti i giorni per descrivere le situazioni o le persone: bene e male, positivo o negativo, bianco e nero: usiamo termini opposti esprimendo spesso con essi dei giudizi di valore. Continuando ad alimentare questo sistema di valori (cromatici e sociali), i nostri giochi, le nostre relazioni prevederanno sempre che ci sia un vincitore e un perdente, porteranno sempre ad una prevaricazione. Se, invece, impariamo a pensare a questi due elementi, BIANCO E NERO, come complementari e non come opposti, come colori che si equivalgono e che rivestono lo stesso “peso” ai fini dell’immagine, forse riusciremo a pensare ed agire in un modo che garantisca e difenda maggiormente le pari opportunità, non alimentando più comportamenti che vedono le persone in contrasto tra loro o in situazioni di disuguaglianza.

*La teoria della Gestalt, che significa “forma” in tedesco, sostiene che la percezione delle cose si configura come una totalità strutturata, un insieme unitario, e non come un insieme di elementi isolati.

 RELAZIONE DESCRITTIVA FINALE

Abbiamo coinvolto 20 classi nel percorso didattico e ogni classe ha poi ospitato altre classi per giocare con il gioco realizzato durante i laboratori e per insegnare agli altri compagni a creare nuove tessere per aumentare le possibilità di gioco:

  • Liceo delle Scienze Umane indirizzo base E.Gianturco di Potenza;
  • Liceo delle Scienze Umane progetto sportivo E.Gianturco di Potenza;
  • Liceo artistico e musicale di Potenza;
  • Istituto Tecnico Commerciale L.Da Vinci di Potenza;
  • Liceo Linguistico L.Da Vinci di Potenza;
  • Istituto Tecnico per il Turismo L.Da Vinci di Brienza;
  • Istituto Tecnico Commerciale L.Da Vinci di Avigliano;
  • Istituto Agrario Giuseppe Cerabona di Pisticci;
  • ITIS 16 Agosto 1870 di Corleto Perticara;
  • Liceo artistico Mario Festa Campanile di Melfi;
  • Liceo Scientifico G.Peano di Marsico Nuovo;
  • Liceo Artistico Statale Carlo Levi di Matera.

Considerazioni finali 

Il percorso è stato apprezzato davvero da tutte le scuole, con grande entusiasmo di tutti quelli che hanno aderito. Abbiamo sperimentato le grandi potenzialità del gioco e del coinvolgimento in attività creative e manuali a cui i ragazzi delle scuole superiori che non abbiano indirizzo artistico, non sono più abituati. Gli alunni si sono meravigliati delle loro capacità e i professori sono rimasti sorpresi nel vedere i ragazzi sotto una luce diversa grazie alla relazione con nuove persone e al confronto su un piano nuovo, che ha sconvolto le solite dinamiche sia a livello individuale che di gruppo.

Invitiamo pertanto a guardare il video che documenta quanto fatto, con l’obiettivo di approfondire con altri progetti il percorso sia nelle scuole superiori, sia di estenderlo alle altre scuole di ogni ordine e grado, dove lavoriamo e registriamo la necessità di affrontare questo importantissimo argomento.